Packet Radio (3a parte)

Da "Micro & Personal Computer" - Rubrica "PC & Radio"- Marzo 1993

Il Packet Radio (terza parte)

Dopo aver discusso gli aspetti teorici, è giunto il momento di fare un giretto "in aria", ovvero una vera sessione di collegamento in Packet Radio. Spesso un esempio vale più di mille discorsi; e se è vero che in questo campo è veramente difficile imparare tutto e seguire le novità che si susseguono, mi auguro che da questo primo contatto possiate cogliere almeno una parte del fascino di questo hobby.

di Mario Chisari

Dopo aver discusso gli aspetti teorici, è giunto il momento di fare un giretto "in aria", ovvero una vera sessione di collegamento in Packet Radio. Spesso un esempio vale più di mille discorsi; e se è vero che in questo campo è veramente difficile imparare tutto e seguire le novità che si susseguono, mi auguro che da questo primo contatto possiate cogliere almeno una parte del fascino di questo hobby.

Allora, pronti? Avete rimediato nel solito cassetto pieno di fili elettrici il solito cavo seriale non incrociato, con i soliti relativi adattatori per i vari connettori piccoli o grandi? Bene, allora colleghiamo il cavo seriale al TNC, quest'ultimo al trasmettitore, ed andiamo a cominciare!

CHE TERMINALE USARE?

Sebbene possa bastare anche un classico terminale ASCII, è però altamente consigliabile usare un programma nato appositamente per il Packet, che permette di automatizzare una serie di operazioni e sfruttare pienamente le possibilità offerte dalla rete, con sollievo e risparmio di tempo dell'operatore. Tanto per cominciare, i radioamatori tengono per legge un "log", ossia un giornale di tutte le stazioni collegate, con nome e frequenza; nel caso del packet ciò può comodamente essere gestito dal computer.

Ma soprattutto le ultime release dei vari programmi offrono la possibilità di gestire collegamenti multipli, di apprendere da soli i percorsi per collegarsi con le stazioni desiderate, di effettuare il trasferimento notturno dei file di offrire a loro volta un piccolo ma completo BBS, di gestire offline la lettura e scrittura dei messaggi per poi trasferirli in automatico, ed anche di ricevere e decodificare automaticamente tutti i file scambiati come messaggi ASCII (di cui vedremo più avanti).

Esiste poi la possibilità di fare a meno del TNC, affidando al computer il compito di gestire anche gli strati più bassi del protocollo di comunicazione. Questa scelta ha vantaggi (soprattutto quello economico) e svantaggi (ogni volta che il computer è spento la vostra stazione è muta).

A questo scopo esistono in circolazione almeno un paio di programmi geniali (non si potrebbe definirli altrimenti), ed anche elevata qualità, che possono funzionare con un modem semplicissimo, tipo il vecchio adattatore telematico del Commodore 64. Tra i computer utilizzabili a questo scopo ci sono l'Atari ST, il C-64 (naturalmente) e l'onnipresente PC-IBM.

La gestione del protocollo sincrono HDLC è particolarmente pesante per il PC la cui seriale per imperscrutabili ragioni fu, pare, deliberatamente progettata in modo da non supportare questo modo. Per questo, purtroppo, un programma residente in memoria (TSR) deve assemblare i pacchetti un bit alla volta, con comprensibile carico della CPU; occorre inoltre un cavo seriale incrociato in modo particolare.

In compenso, il modem esterno può anche avere le dimensioni del connettore stesso ed essere alimentato tramite la seriale stessa; comodissimo ad esempio per un notebook...

Soprattutto vedendo la qualità di questi programmi, qualcuno si chiederà: ma allora a che servono i TNC ?

La risposta è già stata data: a nulla, se siete disposti ad avere il computer perennemente acceso e dedicato al packet. Il TNC è comodo per motivi di disponibilità e consumo, per poter avere la posta elettronica recapitata a casa in ogni momento, ma non è indispensabile.

Continueremo dunque parlando di un TNC "vero", tenendo presente che questo può essere emulato da software, ma il modo di operare rimarrà più o meno lo stesso.

PARLIAMO COL TNC...

Una volta attivato il programma di terminale scelto, il TNC si mette subito a disposizione con una prompt:

cmd:

(abbreviazione di "command")
Questo significa che siamo in modo (indovinate un po'???) comando, ossia che ci stiamo rivolgendo direttamente al TNC. Altri modi possibili sono il "converse" ed il "transparent", utilizzati quando si è connessi. Con il modo converse si possono scambiare con l'altra stazione caratteri ASCII, mentre i caratteri di controllo sono interpretati dal TNC; in modo trasparente invece ogni carattere è inviato così com'è alla radio, cosa che permette lo scambio di file binari.

Il set di comandi del TNC più semplice include parecchie decine di opzioni; esse permettono di effettuare azioni immediate oltre a specificare i parametri dei vari livelli in cui si articola il protocollo (temporizzazioni, autorizzazioni di accesso, formati dei dati). Tuttavia la maggior parte va specificata una volta per tutte; in seguito i comandi necessari sono veramente pochi. Inoltre i valori di default si adattano già alla maggioranza dei casi.

La prima cosa da fare è di specificare il nome della stazione, senza il quale molti TNC, ad evitare confusione, si rifiutano di trasmettere.

Scriviamo quindi un nominativo a caso...

MYCALL IW0CDT
La risposta è 
>>> was NOCALL

che indica che il comando è andato a buon fine, riportando il valore precedente (in questo caso il valore di default, ovvero "nessuno").

Ora vorremmo naturalmente collegarci con qualcuno. Vediamo per prima cosa chi sta operando sul canale; per farlo usiamo il comando MONITOR ON, che attiva la visualizzazione di tutti i pacchetti che riceviamo, insieme al mittente ed al destinatario.

Ovviamente, il ricetrasmettitore dovrà essere sintonizzato su una frequenza convenzionalmente riservata al packet (in VHF da 144.600 a 144.725, in UHF intorno a 433.625)

Il terminale inizia allora a riempirsi, con frequenza casuale, di qualcosa di simile a questo:

IW0DEW-8>IK0IXO-8: <<I55>>:
7v^:9X%;ue^aAz2A#:jnp68{xvzAmMEsb&+MyntKmqUkE:=elGKh{jaGr:'O>rJk]K8mp$Q
UHG<nQ;[I_%X."KH#fHDl-/3k$!q~tp)WTLBi U[?;!LiH-';oaQavE-#e=aoNVU
}geZ=H/m$sJp$S<*ZCr{FK1o9#~&7;mM=*;:HU[,V'3pjb.w-L
IW0DDW>IW0CHN: <<C>>:
IW0CHN>IW0DDW: <<UA>>:
IW0BRH-1>I0VNR-8: <<rr4>>:
IW0DEW-8>IK0IXO-8: <<I65>>:
f7J6r[uiho.Ytc Gc~k+7ROz%.o?wFbx3\a~pTw{k4XitW(U9em9e
y?HO/ORPkai,/^p^I0'ElwM@10~5z?*#,\"6PjYpEwu{FsR)7Du$a8U})$bX0'QWr*>wo
IK0IXO-8>IW0DEW-8: <<rr7>>:
IW0DEW-8>IK0IXO-8: <<I03>>:
Q5n]YO]0I}=P~W%(sqFPR;=38W'Xa%pL*K(tz`aNNH]:{J4?p/,XI s{3nps]wN^(!E3{
IW0DEW-8>IK0IXO-8: <<I13>>:
u{pfd?=~~6RR,O9}B'"NL^atbR{ox_TARc/]xc%Rz$FE=_15!X=7_
lo-\46Sx&YCV>bDBW\Bh7o@W* U0M6n@DrCp'M5\g4o%AcY#Uc7> }A'OdnPu/y
I)PEiwkA #UFfy-Bpng(~=mFY~X>XFp"zys@V*r!\dl=[7qC:('y"uaX^KjUX:Q\@wS
IW0DEW-8>IK0IXO-8: <<rr0>>:
IW0DEW-8>IK0IXO-8: <<rr1>>:
IW0DEW-8>IK0IXO-8: <<rr2>>:
IW0DEW-8>IK0IXO-8: <<rej3>>:
IW0DDW>IW0CHN: <<I00>>:
Ci sei????
IW0CHN>IW0DDW: <<rr1>>:

Sembra complicato? Con un po' di esperienza potremo capire che in questo momento ci sono sei stazioni: IW0DEW-8, collegata con IK0IXO-8 (probabilmente stanno scambiando un file binario, visto che non ci capiamo nulla), IW0DDW che ha appena richiesto un collegamento con IW0CHN (indicato dal <<C>>), facilmente è l'operatore stesso al terminale che scrive, e infine IW0BRH-1 che è connessa a I0VNR-8; quest'ultima presumibilmente non riusciamo a sentirla, ma potremmo ovviamente collegarla lo stesso usando IW0BRH come nostro ripetitore... Ci sono dunque almeno tre circuiti virtuali attivi sul nostro canale.

Chi poi è già radioamatore ma non conosce il Packet rimarrà un po' perplesso di fronte ai numeri attaccati in fondo ai nominativi (-1, -8); in realtà ogni stazione packet pur essendo unica può gestire diversi SSID (Sub Station Identifier, da 0 a 15), corrispondenti alle diverse funzioni della stessa, come si diceva nella scorsa puntata. La corrispondenza tra numero e funzione non è stabilita, ma è frutto di una consuetudine instauratasi nel tempo; così, in genere il nominativo seguito da un -2 indica un nodo in VHF, un -7 in UHF, un -8 identifica un BBS e un -6 un Packet Cluster (il nome non dice nulla, si tratta di un prezioso aiuto per scambiarsi in tempo reale informazioni su cosa ascoltare in onde corte). Se in fondo non appare poi nessun numero, si intende implicitamente lo zero, ed in genere è l'operatore in persona.

Per poter collegare qualcuno dovremmo sapere il suo nominativo, ad esempio avendolo visto scorrere sul terminale. Prima di avere però un'idea precisa di chi frequenta il canale dovremmo ascoltare parecchi minuti; per fortuna, il TNC è lì per sollevarci da questi compiti fastidiosi...

Battiamo dunque il comando MHEARD (my-heard, abbreviato MH) e vedremo apparire una lista di tutte le ultime stazioni ascoltate (vedi riquadri 1 e 2).

La lista, è facile intuirlo, indica tutte le ultime stazioni ascoltate e quando; indica inoltre a chi erano destinati i dati ascoltati. Alcuni di essi sono indirizzati non a nominativi ma ai cosiddetti "pseudocall"; il loro uso lo capirete tra poco.

"CI SONO ANCH'IO": IL BEACON

Una lista così concepita avrebbe il difetto di essere mostrare solo le stazioni che sono effettivamente collegate; come farebbe però l'ultima arrivata a dire "ci sono anch'io" ? A questo pensa il "beacon", ovvero un comando che istruisce il TNC a trasmettere un testo (il beacon, praticamente il vostro biglietto da visita digitale) ad intervalli regolari (almeno un quarto d'ora, ricordiamo che di solito il canale è già abbastanza affollato!). Il pacchetto che viene emesso in questo caso è di tipo "UI" (trama di informazione non numerata), ed è diretto a tutte le stazioni all'ascolto, sotto forma di pseudocall BEACON o giù di lì. Altre trame informative sono trasmesse allo stesso modo: scambio di parametri tra nodi, disponibilità dei BBS al forwarding, posta in attesa, muticasting e così via.

Per indicare il testo del beacon si usa il comando BTEXT (BT); per esempio potremmo scrivere "BT ** IW0CDT Mario in Roma SUD in ascolto **" o qualcosa del genere. Il comando BEACON (B) invece permette di specificare ogni quanto il beacon va inviato. La trama di beacon trasmessa apparirà così tra le altre a tutti quelli in ascolto, e sarà listata nei loro MHEARD.

Proviamo a questo punto l'emozione di collegarci per la prima volta con un'altra stazione: smettiamo di ficcanasare (si fa per dire) nei pacchetti altrui ed apriamoci un canale virtuale tutto nostro. Farlo è semplicissimo: basta digitare C (per esteso CONNECT, ma dopo un po' ci si stufa...) seguito dal nome della stazione. Vediamo cosa succede: in seguito alla nostra richiesta il nostro corrispondente trasmette un <UA> (Unnumbered Acknowledge) per accettare la connessione. A questo punto tutto il traffico del canale è estromesso; possiamo iniziare lo scambio di messaggi.

c iw0chn
cmd:*** CONNECTED to IW0CHN [07-02-93 19:24:00]
** IW0CHN - op. Michele - M & P Computer **
Ciao Michele, mi leggi?>>>

Ma ovviamente la cosa più interessante è collegarsi con qualche BBS ufficiale, per poter leggere i messaggi in arrivo da tutto il mondo. Dato però che lo spazio è tiranno, sono costretto a darvi appuntamento alla prossima puntata, e darvi così modo, con più spazio a disposizione, di apprezzare meglio tutti gli aspetti di questo genere di comunicazione.


Riquadro 1

I0PMW > I0AZI-8 24-01-93 20:29:33
IW0BSL-2 > IW0CDT 24-01-93 20:40:11
W0EAB-15 > CQ 24-01-93 20:54:12
IW0CAV > IK0TZZ-8 24-01-93 20:58:02
IK0TZZ-8 > IW0CAV 24-01-93 20:58:12
IW0DGL-1 > IK0MPJ-1 24-01-93 21:04:03
N5KME > BEACON 24-01-93 21:32:41
I3MKH-15 > CQ 24-01-93 21:40:24
IW0DEG > I0AZI-8 24-01-93 21:45:14
I0PSK > MAIL 24-01-93 21:48:22
IW0BSL-8 > BEACON 24-01-93 21:57:24
IW0BRH-8 > MAIL 24-01-93 21:57:37
IT9PJV > IR0RMT 24-01-93 21:57:58
IK0NMO > IK0NMR 24-01-93 21:58:12
I0AZI-8 > IK0YYY 24-01-93 21:58:28
IK0NMR > IK0NMO 24-01-93 21:59:01

Un esempio del risultato ottenuto con il comando MH L (MHEARD LONG) del TNC in VHF. Alla sinistra appaiono gli ultimi nominativi ascoltati.

 


Riquadro 2 

BREDS1:OZ2DIK-1> MHEARD:
14:56=OZ1AJV 13:43=OD5RAK-6 13:40=EA4EKB 13:40=EA4CAC 13:38=EA4CMV
12:16=RAKBBS 12:09=5B4NDX-1 11:00=IT9MBL 10:52=MBLCT 10:38=IT9MBL-2
14:12=9H1GP 13:55=DL8OBE 13:54=DL3MCW-1 13:46=CN8HB 13:41=ON4HJ
13:37=IT9LCP 13:24=9H1JS 13:16=EA7GCS 13:07=EA1AST 08:38=5B4MD
08:35=OD5ZZ 07:46=5B4MD-15 14:07=4X6VR 13:12=DL6YDX 12:57=CN8GI

Un esempio di un altro MH, stavolta in HF, di una stazione danese. Su queste frequenze la velocità è ridotta (appena 300 baud), ma la portata è elevatissima. Possiamo vedere stazioni siciliane (IT9), libanesi (OD), spagnole (EA), cipriote (5B), maltesi (9H), tedesche (D), marocchine (CN), israeliane (4X), belghe (ON).