Fenomeno BayCom (seconda parte)

Da "Micro & Personal Computer" - Rubrica "PC & Radio"- Marzo 1997

Fenomeno BayCom (seconda parte)

BayCom, nel mondo dei radioamatori, ha rappresentato ben più di un semplice programma; esso infatti è stato il primo terminale Packet Radio a bassissimo costo che offriva prestazioni e caratteristiche tali da non dover rimpiangere una attrezzatura tradizionale. In questa puntata vedremo perché, anzi, per certi versi il BayCom è un programma all'avanguardia.

di Mario Chisari IW0CDT

Se avete digerito, magari con l'aiuto di un po' di bicarbonato, la scorsa puntata, in cui abbiamo visto in maniera molto tecnica dove sia la difficoltà nell'usare una periferica seriale di un PC per operare in Packet Radio, potete cominciare a riprendervi: è il momento di cominciare a vedere seriamente il programma BayCom.

Il "pacchetto" BayCom è formato essenzialmente da due programmi rigorosamente DOS, l'L2 e l'SCC. Il primo è un programma residente che si occupa degli strati più bassi della comunicazione: gestisce l'interfaccia seriale come se fosse di tipo sincrono, si occupa della spedizione e della ricezione dei pacchetti, ed arriva a svolgere la funzione di "digipeater" ossia il funzionamento da "ponte" digitale per i pacchetti; gli altri radioamatori infatti possono utilizzare la vostra stazione come "ponte" per rilanciare i propri pacchetti oltre la propria area di copertura.

L2, come abbiamo detto, è un programma residente; questo consentiva, ai tempi in cui sul PC imperava il DOS, di avere la stazione Packet operativa anche mentre si impiegava il computer per altri scopi, anche se solo per operazioni di basso livello, come per il "digiponte" dei pacchetti e per l'emissione del segnale identificativo periodico o "beacon".

L'attivazione del programma L2 è segnalata da un quadratino lampeggiante in alto a destra sullo schermo. Non tutti i programmi DOS sopportano il carico di interruzioni generate dalla presenza dell'L2, che come abbiamo detto si occupa di decodificare esclusivamente da software i pacchetti trasmessi in modalità sincrona, aggirando la porta asincrona del PC, con un conseguente grosso appesantimento del carico sul processore centrale.

Una particolare "applicazione DOS" come è il vecchio Windows 3, poi, crea dei problemi di coesistenza gravissimi...

Tuttavia sono documentati casi, su elaboratori particolarmente veloci, in cui è stato possibile caricare l'L2 con Windows (anche 95), facendo funzionare il tutto! L'unica avvertenza è quella di caricare L2 prima di Windows, quindi lanciare il programma di terminale da Windows come applicazione DOS. Vale la pena di provare.

IL TERMINALE PACKET DI BAYCOM

Il programma di terminale, come abbiamo detto, si chiama SCC e fornisce l'interfaccia utente alle comunicazioni Packet.

Esso offre il pieno controllo dello stato delle comunicazioni, molto più di quanto faccia un programma di terminale che utilizzi un TNC tradizionale. D'altr'onde è ovvio: poiché tutte le funzioni di ricezione e trasmissione vengono adesso svolte dentro al PC stesso, è possibile "spiarne" l'andamento in modo molto approfondito.

Lo schermo del terminale Packet è diviso in tre zone, separate da due barre di stato. La zona in alto è quella di immissione; in essa si inseriscono sia i comandi, sia il testo da inviare alla stazione collegata.

La seconda zona è quella di ricezione. In questa zona appaiono tutte le risposte ai comandi dati, ed anche le informazioni ricevute dalla stazione collegata.

La terza zona, la più in basso, è la finestra "monitor", che visualizza tutti i pacchetti in transito sul canale, visualizzandone tipo, provenienza, destinazione e contenuto. A prima vista le informazioni in essa visualizzate sono incomprensibili; tuttavia, esaminandone il susseguirsi dei pacchetti potrete arrivare a scoprire come funziona il protocollo Packet stesso.

Se ad esempio inviate un comando di connessione ad un'altra stazione (es. digitate C IW0CHN - cioè "Connect IW0CHN"), appena premuto Invio - sempre che in quel momento non ci sia nessun altro a trasmettere sul vostro canale - , vedrete apparire sulla finestra monitor: "T:31 18:17 IW0CDT>IW0CHN>SABM,P", seguito, sempre che nessuno si inserisca nel frattempo, da un altro pacchetto "T:31 18:17 IW0CHN>IW0CDT>UA,F".

Questi messaggi, scritti in un linguaggio che diventa chiaro appena si conosce il protocollo AX.25 usato in Packet, possono essere i primi passi nel mondo dei protocolli a pacchetto: il primo, infatti, è un pacchetto di richiesta di connessione - SABM significa "Set Asynchronous Bilateral Mode, ossia "imposta modo asincrono bilaterale". In parole povere, IW0CDT ha richiesto a IW0CHN (origine e destinazione sono sempre visibili nell'intestazione) l'apertura di un canale virtuale bidirezionale per lo scambio di informazioni. Su esso le informazioni viaggeranno senza subire disturbi da parte di nessun'altra comunicazione in corso.

La risposta UA - che significa Unnumbered Acknowledge, ossia "conferma non numerata", da IW0CHN a IW0CDT, conferma l'apertura del canale richiesto (la conferma è l'unica "non numerata"; tutti successivi pacchetti di scambio dati saranno numerati, per garantire che nessuna informazione vada persa). La ",P" finale sta per "Poll", ossia "richiesta", ed indica che l'origine sollecita una risposta da parte del destinatario: ovviamente, se stiamo cercando di connetterci vorremmo per prima cosa sapere se dall'altra parte c'è disponibilità alla connessione. La ",F", invece, sta per "Final", e indica che non si richiede risposta; da questo momento in poi, stabilito il canale virtuale, solo chi avrà bisogno di spedire informazioni effettuerà altre trasmissioni, evitando di occupare inutilmente il canale.

La cosa simpatica della finestra monitor è che essa è disponibile sempre, anche durante le connessioni ad un'altra stazione; con essa è possibile "vedere" il traffico che si svolge sul nostro canale condiviso tra varie comunicazioni, permettendo di rendersi subito conto di chi e quando stia comunicando con altri.

I CANALI MULTIPLI

Ma fin qui non abbiamo fatto altro che vedere un solo terminale virtuale: BayCom, infatti, ne offre ben sette, corrispondenti a sette diversi canali, selezionabili con i tasti da F1 a (ovviamente) F7; su ciascuna di questi canali è possibile collegarsi ad una stazione diversa e svolgere una diversa conversazione, in modo del tutto indipendente l'uno dall'altro. Ad aiutarci in questo "zapping" da una conversazione all'altra ci pensa la barra di stato in basso: essa ci indica, evidenziandola in viola, il canale su cui ci troviamo, e la stazione a cui esso è connesso. La presenza di nuove informazioni sul canale viene rivelati dal lampeggiare dell'indicazione corrispondente; in questo modo è possibile conversare con più radioamatori contemporaneamente saltando solo là dove serve. Esiste poi un canale particolare canale, corrispondente a F10; selezionandolo solo il traffico "monitor" è visualizzato, mentre l'area centrale, quella di ricezione, è collassata. Tutto ciò che scriviamo su questo canale viene trasmesso come pacchetto non numerato, e cioè destinato a tutte le stazioni in ascolto.

LO SCAMBIO DI FILE

BayCom consente sia di registrare le proprie sessioni su un file, che di ricevere e trasmettere file, siano essi di testo che binari; per questi ultimi ci sono però alcune difficoltà, dovute al fatto che BayCom non supporta il protocollo YAPP, il protocollo per i trasferimenti binari in Packet molto diffuso in Francia ed in Italia ma che, evidentemente, non altrettanto in Germania, la patria di BayCom. Ma il radioamatore è un animale molto ingegnoso, e questo problema è stato aggirato, in modo macchinoso ma efficace, sfruttando le caratteristiche di unidirezionalità del protocollo YAPP: si attiva il trasferimento YAPP imbrogliando il BBS o la stazione collegata, spedendo una serie di caratteri di controllo; la cosa è particolarmente semplice se essi sono memorizzati come macro in un tasto, possibilità offerta da BayCom. Si avvia quindi il salvataggio su file.

Una volta terminato il trasferimento, esistono ormai parecchi programmi che trattano il file ricevuto, eliminando tutti i caratteri di controllo aggiunti dal protocollo YAPP, e ricavano così il file originale. Sembrerà strano e complicato, ma funziona...

Un'altra caratteristica simpatica di BayCom è quella di permettere di far eseguire a distanza dei comandi. Così, è possibile consentire alle stazioni che si collegano a noi di visualizzare l'elenco delle stazioni collegate, quelle ricevute, o i file che è possibile prelevare, e così via. Trattandosi di una funzionalità piuttosto delicata in termini di sicurezza, è possibile abilitare e disabilitare uno ad uno tutti i comandi remoti, in base alle proprie preoccupazioni.

I COLLEGAMENTI AL MODEM

Come abbiamo detto la scorsa volta, BayCom elimina parecchie necessità in fatto di hardware, poiché nell'L2 vengono svolte moltissime funzioni proprie di un TNC. Per questo, è possibile dotarsi di un semplice modem a 1200 BPS che può essere realizzato o con un semplice circuito integrato XR2211, oppure con un AM7910 o 7911. Il primo è un componente dalle prestazioni un po' peggiori, ma è molto compatto, tanto da poter essere montato all'interno della stessa presa che si collega all'uscita RS-232 del PC; grazie al ridotto consumo, non è necessaria nemmeno un'alimentazione esterna. Si tratta della soluzione ideale per il Packet mobile: un PC portatile, un modem compatto, una radio, e via.

Chi desideri le prestazioni migliori, può invece realizzarsi un modem tramite un AM7910, o il suo miglioramento AM7911; sono componenti molto più costosi e dal maggior consumo, ma dalle prestazioni decisamente eccellenti.

La versione ultima del BayCom, la 1.60, supporta anche la velocità di 9600 BPS, che in Packet è ragguardevole; anche qui non si richiede un TNC, ma un particolare convertitore analogico/digitale da collegare alla porta parallela del computer.

Tutti questi modem per la radio possono essere acquistati, a prezzo "non commerciale", direttamente dal team BayCom, che li fornisce anche in diverse versioni. Il team può essere contattato anche sull'immancabile Internet, all'indirizzo http://www.baycom.de. Basta un messaggio di posta elettronica.

Nel caso vogliate costruirlo da voi, tenete presente che dovrete collegare i fili della seriale in un modo abbastanza atipico; a causa dei vincoli citati più volte, i dati non escono dal classico piedino di "Tx Data", ne ricevuti sull' "Rx Data".

73 de Mario


(Le immagini non sono più disponibili... mi dispiace)

Fig.1: La finestra del terminale BayCom, appena aperta. Sono visibili le tre zone per l'immissione dei comandi e dei messaggi da spedire (in alto), dei messaggi ricevuti (al centro), del monitor del traffico sul canale (in basso). In quest'ultima appaiono i messaggi spediti in Packet per effettuare la conversazione che appare nelle prime due.

È molto evidente anche la barra che consente di commutare e tenere sotto controllo le sette conversazioni possibili contemporaneamente.

Fig. 2: Il programma BayCom consente all'utente remoto di dare comandi sulla stazione locale, precedendoli con "//". Con "//cstatus" appare l'elenco delle connessioni attive in quel momento: possono essere fino a sette, una per ogni canale virtuale.


Un nuovo regolamento italiano per i radioamatori che non piace a nessuno.

È stato presentato in sordina dal Ministero delle Poste e Telegrafi un nuovo regolamento di attuazione per il settore dei radioamatori. Purtroppo in esso si devono rilevare notevoli approssimazioni, leggerezze e perfino errori formali e sostanziali, nonché la tendenza a ridurre notevolmente lo spazio per la sperimentazione permessa ai radioamatori. Se è vero che il settore soffre di notevoli carenze - peraltro in parte dovute proprio all'assenza di una regolamentazione chiara - ci pare che se dovesse prevalere questa linea repressiva si sarà persa una grande occasione di sfruttare il grande patrimonio di esperienza e di abnegazione costituiti dalla gran parte dei radioamatori che credono nell'utilità del loro hobby.

In particolare, i due punti che suscitano i maggiori dissensi sono:

Vi sono poi altre gravi incongruenze, sia formali che sostanziali. Tra esse, spicca il fatto che questo regolamento d'attuazione è previsto dal D.P.R. nr. 156 del 29 Marzo 1973; mentre ragione vorrebbe che il regolamento venga emanato in 6 o 12 mesi dopo l'approvazione della legge, siamo qui in presenza di un regolamento emanato con ben 280 mesi di ritardo. Per questo motivo già un precedente tentativo in questo senso fu rigettato dal Consiglio di Stato.

Tutto questo ignorando inoltre che esiste da anni un Disegno di Legge già discusso dalle associazioni di categoria, che vorrebbe garantire ai radioamatori italiani lo stesso trattamento dei loro colleghi europei e non solo; i radioamatori italiani infatti non sono penalizzati solo dalla ridotta quantità di frequenze loro assegnate, ma anche dall'incertezza giuridica circa l'installazione di ponti radio e stazioni Packet; e perfino l'attuale licenza "speciale" non è prevista dalla vecchia legge, rimasta praticamente immutata dal 1936 (!).

Con questo regolamento inoltre si continua a perpetuare il concetto di servizio di Radioamatore come "concessione" dello Stato, in luogo di "autorizzazione". È una pretesa sorprendente, poiché per parlare di "concessione" si deve ammettere che l'unico in Italia ad avere il diritto di fare il radioamatore è lo Stato stesso, che "concede" ai radioamatori il compito di farlo in sua vece o per suo conto. Bisognerebbe invece parlare di "autorizzazione", con cui lo Stato riconosce a ciascun cittadino il diritto di esercitare la libertà di espressione garantitagli dalla Costituzione, anche attraverso la radio.

Sorvoliamo infine sulla questione economica (il regolamento dovrebbe portare un adeguamento dei canoni da pagare per l'esercizio della stazione), ripetendo la ormai annosa considerazione che i radioamatori sarebbero ben felici di pagare di più degli anacronistici canoni, mai rivisti dal dopoguerra, a patto di avere una maggior sorveglianza ed attenzione da parte dello Stato.

In questi giorni stanno pervenendo da parte di singoli radioamatori e delle loro associazioni (tra cui si è distinta per fermezza e responsabilità la CISAR) le proteste per il contenuto del regolamento e le proposte alternative per mettere definitivamente chiarezza in un settore che l'attende da anni. Speriamo che l'inefficienza di qualche burocrate non spenga la possibilità per il nostro paese di usufruire di un apporto tecnico di tutto rilievo, quale quello dei radioamatori, a cui tutto il resto del mondo attinge andandone giustamente orgoglioso.


Notizie UoSAT-OSCAR-11

Alcuni "acciacchi" di vecchiaia per l'UoSAT-2 (UO-11); è stato recentemente osservato infatti che il suo periodo di rotazione non era quello nominale. La stazione di controllo da terra ha quindi effettuato un controllo manuale della funzionalità dei motori magnetici, usati per controllare l'orientamento del satellite. Per il controllo dell'assetto, infatti, l'Oscar-11 non fa uso di tradizionali razzi, ma di bobine magnetiche che, interagendo col campo magnetico terrestre, forniscono una spinta rotazionale.

Mentre i motori degli assi X e Z risultavano funzionare regolarmente, quello dell'asse Y ha evidenziato un problema. Si tratta proprio di quello usato per mantenere il periodo di rotazione a circa 5 minuti; il guasto ha impedito al computer di bordo di mantenere questo periodo costante.

Il motore magnetico dell'UoSat-2 funziona attraverso corrente elettrica, ed è azionato da un relè; ma quando ciò avviene per l'asse Y, si osserva dalla telemetria solo un piccolo aumento di consumo dalle batterie; questo aumento è probabilmente dovuto al relè stesso, per cui si immagina che si sia verificato un guasto ai contatti del relè, oppure la bobina magnetica del motore si è interrotta.

Per questo, durante il pomeriggio del 22 dicembre, durante i passaggi dell'UoSAT sulla stazione terrestre, è stato caricato sul computer di bordo il nuovo software di controllo che usa il motore dell'asse X per controllare la velocità di rotazione, invece di quello dell'asse Y. La stazione di controllo nel Surrey ha quindi continuato a sorvegliare l'assetto del satellite per alcuni giorni, per assicurarsi che il nuovo software abbia risolto il problema.

È interessante notare che, mentre è possibile controllare ancora l'assetto di un satellite con due motori, è stato dimostrato che non esiste alcun modo di farlo usandone uno solo; nel caso di rottura di un altro motore, dunque, il satellite risulterebbe non più controllabile.

L'UoSAT-2 è stato lanciato dalla base aeronautica di Vandenburg negli USA nel marzo 1984, ed è quindi in funzione da quasi 13 anni, avendo completato 68.000 orbite intorno alla Terra.

[Informazioni da Chris Jackson, G7UPN / ZL2TPO via AMSAT News Service]

Fig. 1: Il grafico della temperatura dei pannelli dell'UoSAT-2 nel mese di Novembre. La notevole alterazione di questo grafico durante il mese di Dicembre ha fatto sospettare un problema di controllo di assetto del satellite.