2. Il punto di partenza

Inserito in: gchisari@Mar, 14/10/2008 - 15:38 — modificato Mer, 15/10/2008 - 12:36

Le grandi città antiche, Siracusa, Agrigento, Selinunte, Segesta, sono molto conosciute e sempre più studiate e approfondite.

Le località minori sono esposte all’attenzione del grande pubblico solo in occasione di ritrovamenti archeologici di rilievo e, allora, gli studiosi ne parlano e si attivano per destare l’interesse di curiosi e di addetti ai lavori.

Stavolta non è così, non risultano particolari motivi di interesse, né sono emersi motivi eccezionali per parlare di AITNA o INESSA. Anzi non è neanche chiaro se si stia parlando del medesimo insediamento, perché, chi si è occupato di Aitna, conferma che, in un certo momento, qualcuno ha attribuito alla stessa località il nome di Inessa, o viceversa.

Per completezza bisogna affermare che le denominazioni sono state diverse.

Si parla di Inessa, Invessa, Etneosia, Aitna, Aetna. Non si può escludere che si tratti di errori dei copisti, di distrazioni di amanuensi, di sviste di lettori o di equivoci di epitomatori.

Il punto di partenza della nostra ricerca prende l’avvio da quanto riferiscono i professori Mimmo Chisari e Alfio Ciccia del Distretto Scolastico di Paternò, con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali e dell’Assessorato regionale, i quali, nei sintetici ma completi testi “La Sicilia Preistorica e le zone archeologiche di Paternò” e “Pietralunga”, descrivono luoghi e tempi dell’evoluzione della preistoria e della storia, sul territorio intorno alla città alla quale sono interessati.

Indicazione di alcune zone archeologiche nel territorio di PaternòVi si legge che la ricerca di archeologi e storici (Giovanni Rizza, Sebastiano Tusa, e altri) ha portato alla conclusione che i resti archeologici esistenti a Pietralunga – masseria. Poira – Poggio Cocola, siano da identificare con INESSA – AITNA.

Occorre premettere, per non ingenerare fraintendimenti, che la materia di cui ci occupiamo è ancora molto fluida ed incerta.

I pochi dati certi non sono sufficienti a delineare quadri di riferimento probanti. Gli elementi disponibili sono letti in modo differente dagli esperti che contestano acremente ipotesi e conclusioni.

Gli antichi autori riferiscono fatti e leggende, eventi e tradizioni, di cui non è possibile o facile avere riscontri. Le dicerie e le stesse citazioni di avvenimenti possono avere sviluppi ed interpetrazioni assai diversi da quelli riferiti e immaginati. L’evanescenza e l’incertezza delle situazioni di cui si legge, potranno facilmente essere sottoposti a serrate verifiche, alla luce di dati e oggetti rinvenuti in successione di tempi e portare facilmente a conclusioni assai diverse dalle premesse delineate.

Noi non abbiamo certezze e non vogliamo imporne e non riteniamo che qualcuno debba sentirsi danneggiato od offeso dalle ipotesi immaginate nel presente, modesto lavoro di un dilettante. Non abbiamo preparazione specifica e pertanto le note che seguono sono frutto di immaginazione e sono certo influenzate dal sentimento.

Da quanto abbiamo letto e capito, prendendo in mano testi di ogni genere, di cui forniamo un elenco in bibliografia, la Sicilia preistorica è stata oggetto di interesse e di studio in tempi diversi, con metodi e regole proprie di ogni epoca, anche in antico, ma lo studio e l’approfondimento degli elementi raccolti sono tutti di epoca assai recente.

Ovviamente lo studio della preistoria della Sicilia si avvale dei criteri più recenti e spesso avviene che i dati meno recenti vengano riletti e riesaminati alla luce delle nuove conoscenze, portando a conclusioni diverse rispetto alle precedenti.

Esattamente quanto succede nelle indagini di polizia giudiziaria.

La premessa è indispensabile perché il riconoscimento di Inessa da parte di altri studiosi in altre località, è stato da secoli un passaggio obbligato.

L’amico Nino Distefano, solo per citare una persona da molti conosciuta, attento studioso e capace artista, che ha svolto la sua attività a Biancavilla, sul benemerito periodico “Callicari” ha raccontato delle sue ricerche nella biblioteca di Adrano, dove, su un antico manoscritto, ha potuto leggere quanto riferito da precedenti autori, i quali localizzavano Inessa tra gli attuali abitati di Biancavilla e S. Maria di Licodia, sulla base di labili tracce archeologiche.

Altri hanno fatto riferimento a ritrovamenti non documentati né documentabili, perché non più disponibili, oppure carenti di certezze, per indicare altre località da identificare con Inessa.

Sul sito internet della città di Adrano, tra le diverse informazioni relative al Comune, alla storia e all’attività di quel centro veramente popoloso e attivo, si ipotizza anche che l’antica Inessa potesse essere stata ritrovata nei pressi di quell’abitato.

Secondo altri, Inessa sarebbe stata localizzata presso Paternò. Non mancano quelli che hanno trovato le tracce di Inessa a Biancavilla, a Catania, a Centuripe. 

Oggi non ci si accontenta più dei si dice e dei ricordi più o meno evanescenti. Sono richieste prove e certezze, documentazioni fotografiche, approfondimenti scientifici, evidenze e dati confrontabili con tutte le altre informazioni storiche e archeologiche disponibili.

La figura n. 3 riproduce un sito archeologico nei pressi di S. Maria di Licodia, la Civita di Licodia, ritenuto il luogo dell’antica Inessa. Le foto pubblicate sul sito internet del comune di S. Maria di Licodia permettono anche di vedere l’opera, molto ben costruita, per la captazione della sorgente che alimentava il grande acquedotto edificato in epoca romana per l’abitato della città di Catania, di cui rimangono tratti limitati di canalizzazione e alcuni archi di sostegno, visibili attualmente sui terreni agricoli.

Da quanto si legge a proposito di Inessa sembra che tale insediamento si sposti, nello spazio della piana del Simeto, ora da una parte e ora da un’altra.
Sull’Enciclopedia Treccani, vol. 31, alla voce Sicilia a partire da pag. 674 sono riferite un’ampia serie di notizie sulle vicende storiche dell’isola e sui popoli che l’abitarono.

Quando si afferma l’identificazione di un’area archeologica con una località nota storicamente occorre esporre il ragionamento seguito per arrivare alla conclusione, in modo che altri possano verificarlo, criticarlo o confermarlo.

Muoviamo il primo passo dalla lettura di quanto gli antichi scrittori ci hanno lasciato a proposito di Inessa e di Aitna.